26 settembre 2013

Busto Arsizio (Va) - Busto Folk - Non solo corsa... "Già gente… folk!", di V. Capasso - FOTO

Cari Amici podisti, per "una volta" ho dato ascolto al mio "piccolo": "papà vieni con me ad ascoltare e far qualche foto al Busto Folk invece che alle corse?" Non mi sono pentito... anzi il prossimo anno lo seguirò per intero!
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[ FOTO ] Anche quest’anno l’allegra atmosfera del Busto Folk ci ha lasciato, facendo tornare la città nella sua laboriosa ma, ahimè, poco immaginifica routine.
Eppure l’evento conclusosi alcuni giorni fa è ormai diventato un appuntamento fisso per la città essendo giunto alla sua dodicesima edizione; un traguardo non indifferente, segno che, dopotutto, la voglia di perdersi in atmosfere lontane, vagare con la fantasia o semplicemente passare una serata fuori dai ritmi moderni, è dura a morire anche per la laboriosa gente di provincia.
Gente… folk, già perché è proprio questo il folk, parla di persone e racconta storie.
Il folk è suscitare emozioni, sensazioni, stimolare la fantasia, creare un’atmosfera attingendo a ciò che fu, ciò che era, ossia non vivere in un anacronistico passato e rivendicarlo come attuale, ma rivivere un’antica emozione, poiché esse hanno la capacità di conservarsi intatte nei secoli e riaffiorare improvvisamente, come se fossero sempre state parte di noi, al suono di un flauto, una cornamusa, nelle movenze di una danza o al ritmo di una vecchia ballata.
Questa era la premessa, forse un po’ malinconica
e sognante, ma all’atto pratico cos’è stato e cosa ci ha lasciato questa edizione del Busto Folk?
Anche quest’anno svoltasi nella non particolarmente evocativa ma più che adatta cornice del parco del museo del tessile, la dodicesima edizione, come già detto,  si è mostrata in gran spolvero e con una ricorrenza importante da celebrare,  vent’anni di Gens d’Ys, la ormai nota compagnia e scuola di ballo di danze irlandesi, ideatrice ed organizzatrice dell’evento che ha scelto di festeggiare raddoppiando, due weekend per un totale di sette giorni complessivi passati al ritmo di folk irlandese e scozzese.
Una full immersion a trecentosessanta gradi, dalla celtica al folk rock più aggressivo premiata dal pubblico che è affluito con continuità per tutta la durata della manifestazione.
Il clou dell’evento si è tenuto nella corte interna dove sul palco si sono esibiti ventidue gruppi e due corpi di ballo provenienti da tutta Italia ed Europa, serate piacevoli e animate si sono susseguite al suono di cornamuse, violini e anche chitarre elettriche insomma, ce ne stava per tutti i gusti e tutte le età.
Particolarmente vivaci i venerdì e sabati che hanno visto esibirsi: Puddy Murphy con le loro canzoni da pub, gli ormai noti Dirty Bastard con il loro folk rock, i Capercaille, Skerryvore, Folkamiseria ma anche i nuovamente presenti Street Wings, un po’ di rammarico per gli irlandesi 4 Man and a Dogs che causa la pioggia non hanno avuto il pubblico che si sarebbero meritati ma nel complesso tutti i gruppi presenti hanno dato buona prova di se e meritano il nostro plauso.
La serata più divertente è stata l’ultimo venerdì di festival dove c’è stata la bellissima esibizione dei Gens d’Ys che ha divertito e incantato e il prorompete concerto dei Bags of rock che ha fatto saltare e pogare (a fondo articolo trovate le foto)
Oltre a gli show musicali la corte interna ed il parco sono stati popolati dai numerosi  stand di artigiani e commercianti, prodotti di ogni genere dal cibo alle collante e i bracciali in ferro e rame, vestiti celtici, musica insomma anche qui i più svariati gusti sono stati soddisfatti.
Busto Folk però è, ed anche quest’anno è stato, molto più di sola musica e bancarelle.
Molto intriganti  le mostre e gli incontri culturali tenutesi all’interno della struttura che hanno toccato tutti gli aspetti della cultura celtica e nord europea; avrebbero meritato un maggior spazio e più visibilità ma purtroppo la struttura questo poteva offrire.
Nuovamente proposto, il pittoresco villaggio celtico ha offerto un piacevole colpo d’occhio e ha aiutato a creare una bella atmosfera, un plauso particolare va fatto ai gruppi di rievocazione storica che per tutta la durata del festival hanno girato per il parco con indosso i le loro vesti di antica foggia.
Tra le altre attività, notevoli a mio giudizio, c’è stata la gara di tiro con l’arco: Ha coinvolto molte persone presenti nel parco e tanti semplici passanti si sono fermati ad osservare divertiti ed incuriositi da questa antica disciplina.
L’animazione ludica per bambini è stata veramente ben gestita e coinvolgente, orde di ragazzini con grossi scudi ed elmi di plastica scorrazzavano in giro per il palco seguiti da gli animatori, la voglia di tornare bambino era irrefrenabile.
In conclusione anche quest’anno Il Busto Folk non ha deluso, sono state due settimane piacevoli e divertenti da trascorrere nella propria città,  mi auguro che la manifestazione possa continuare a crescere e migliorare perché queste manifestazioni fanno bene allo spirito, alla città e alla gente che la abita.
Già gente… folk.
Valentino Capasso

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