2 agosto 2014

(Fatto gravissimo…) Diritto di Replica: riportare i fatti così come avvenuti, autentici e reali, senza distorsioni, di A. Capasso

Riporto la mia replica pubblicata da Podisti Net:
Si chiede a codesta spettabile redazione ed al suo direttore editoriale Fabio Rossi, di pubblicare, dando ad essa la deontologica visibilità, la mia replica quale manifestazione del diritto di rettifica all’articolo “Fatto gravissimo al giro del Varesotto (vedi sotto)”, firmato Pieriboni, e postato sul vostro magazine www podisti.net in data 11-6-2014.
Il fotografo anonimo di cui parla il sig. Pieriboni sono io. Mi presento: Antonio Capasso, podista, gestore del blog AndòCorri e fotografo amatoriale, presente sul territorio da circa un decennio, di eventi podistici e di solidarietà; seguiti e pubblicizzatiper lo più gratuitamente (come avviene da anni per il giro del varesotto).
Il giorno 6-6-2014 a Quinzano San Pietro (Va) si disputava la penultima
tappa del circuito del “Giro del Varesotto” aperta, come di consuetudine, dalla gara dedicata ai bambini (Mini-Giro).
Partito il Mini-Giro in una delle tante batterie, distaccato di molto dal gruppo vedevo arrivare ultimo e solo un ragazzino. In segno d’incitamento gli gridavo:” dai forza, un ultimo sforzo! Sei quasi arrivato”.
Il bambino in questione - che solo successivamente ho saputo essere affetto dalla sindrome di Asperger – si fermava, veniva verso di me, mi guardava e improvvisamente mi sputava sul viso.
Superato l’attimo di sgomento, fermandogli il viso con la mano per catturare la sua attenzione, gli chiedevo“Cosa fai? Perché? Non si fa!”. Dopodiché il bambino senza rispondere alcunché riprendeva come nulla fosse la sua corsa verso il traguardo.
Ebbene. Questo è il “Fatto gravissimo” avvenuto oltretutto dinnanzi a persone serie e perbene, che mai si sarebbero rivelate conniventi davanti ad una eventuale presunta aggressione su un minore.
A riprova della delicatezza del mio gesto, ritengo infine opportuno sottolineare che dopo l’accaduto il ragazzino riprese subito a correre tranquillamente. In tal senso, infatti, mi limito ad osservare che in caso contrario, a fronte di un atteggiamento violento e aggressivo così come erroneamente descritto nell’articolo del sig. Pieriboni, il ragazzino si sarebbe indubbiamente allontanato spaventato e piangente, magari alla ricerca dei propri genitori. Ma ciò non è certamente avvenuto.
Ma infondo - mi viene da chiedere - a chi possa competere la verità?
A colui che la conosce e sa gestirla oppure a chi, pur considerate le evidenze oggettive, non sa riconoscerla?
La verità, figlia della conoscenza, la si lede con omissioni, nascondimenti, pregiudizi, moralismi, ignoranza.
In tal proposito, vorrei ringraziare tutte le persone che, presenti ai fatti, mi hanno manifestato profonda solidarietà a fronte dello sconforto in cui sono rimasto travolto a seguito della pubblicazione dell’articolo in oggetto, nonché la spettabile redazione che mi ha dato l’opportunità di riportare i fatti così come avvenuti, autentici e reali, senza distorsioni.
Cordialmente.
Antonio Capasso

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