26 marzo 2018

Stramilano 2018… come fai a non divertirti? di M. Marando

[Servizio fotografico] - Correva l’anno 2018, giorno del Signore 25 marzo, alle ore 10.30 circa… ma non era solo l’anno a correre in questa domenica milanese, perché con lui c’ero io ed altre cinquantamila persone (runner più, runer meno), una masnada di fotografi oltre al fotografo malandrino (cui tributare ogni onore e gloria), Stefano Baldini che come sempre mi è sfuggito, i bersaglieri e le loro trombe (ed io ripenso a Baldini…).
Il tempo è stato clemente e, come sempre, quando c’è tranquillità nell’aria, io sbaglio tutto:
l’abbigliamento, dato che ho indossato il completo per correre in Lapponia, ingannata dal resoconto del meteo del cellulare, quando invece avrei fatto meglio a cacciare la testa fuori dalla finestra, ma comunque fiera ed orgogliosa
di aver indossato (indegnamente) la maglia della mia squadra; il passo, posto che ho iniziato a correre come se mi bombardassero alle spalle ed alla fine mi trascinavo in groppa ad una bombola d’ossigeno; il pasto, poiché ho fatto colazione alle 7.00 con l’essenza di manna ed alle 10.00 sognavo di rotolarmi in una vasca di pizzoccheri; e per finire la pipì, che riesce a scapparti sempre 30 secondi prima di partire e per riuscire ad andare in bagno devi pregare che nessuno di quelli in fila prima di te abbia progetti importanti.
In ogni caso, strombazzati dai bersaglieri, raggruppati tutti gli amici, salutati conoscenti e runners onnipresenti, ci siamo diretti alle griglie di partenza: ovviamente quelli più veloci destinati alle griglie davanti (uuuhhh e quanto se la tiravano… “no, io sto sotto soglia”, “oggi mi sento di personal”), io con il carro bestiame: ma chi si è divertito come noi? Quelli della mia griglia (me compresa) avrebbero fatto degnamente sfoggio di sé in un’ala del museo delle scienze naturali, quali improbabili prodigi della innaturalità.
E dunque, dopo il colpo di cannone ed i coriandoli siamo partiti, prima tutti in gruppo come greggi e poi, piano piano, in una lunga fiumana sempre più assottigliata per effetto della selezione naturale: fantastici i pacers che hanno animato la corsa e, come indomite locomotive, hanno trascinato chiunque all’arrivo nei tempi prescritti. Tranne i miei: mi ero detta, attaccati ai pacers dell’ora e cinquanta e ad un paio di chilometri dall’arrivo scatta! Peccato che erano indemoniati ed hanno corso tutto il tempo facendo calcoli che pure io (che ho sto alla matematica come Capasso alle donne brutte) capivo che erano sbagliati: in ogni caso, giunta al traguardo in un’ora e quarantanove minuti, dopo aver ringraziato tutti gli dei di essere ancora viva ed in discrete condizioni mentali, mi sono rifocillata di bellezza vedendo il gaglioffo che fotografava a destra ed a manca, scroccandogli la fotografia della vita (nella quale, come sempre, sono uscita “urenda”).
Bella bellissima Milano, con tutte le sue strade infinite, gli automobilisti meno incazzati del solito, tanto tifo più della norma ed i soliti vecchi che devono per forza attraversare con il girello proprio quando passi tu. Grandiosi i volontari dei ristori, che una battuta non te la risparmiano mai, specie se vedono che, mentre corri, sulla tua testa svolazza un avvoltoio pronto a buttarsi sulla carogna; parimenti fantastici quelli della Croce Rossa che hanno gestito il deposito borse alla grandissima (d’altronde sono abituati alle emergenze e ad avere a che fare con gente che sta per esalare l’ultimo respiro).
Vorrei tuttavia mestamente lanciare un messaggio a coloro (ovviamente maschi) che – in genere dotati di secchissima chiappa – si smutandano senza pietà in ogni angolo della strada per ricomporsi in abbigliamento asciutto: passi che tra sportivi non c’è pudore, passi che siamo tutti nelle stesse condizioni, ma se hai varcato abbondantemente la soglia dei 60 un minimo di asciugamano a coprire il ricordo di un eroe sarebbe gradito.
Come sempre ci siamo divertiti tutti. Come sempre lo sport, praticato ad ogni grado e livello, fa solo bene. Come sempre stare con gli altri, dimenticandosi chi sei, migliora l’umore e la vita. Come sempre incontrare Antonio colora la giornata. Come sempre io Baldini non l’ho visto neanche in foto.
Alla prossima…
Mirta Marando

1 commento:

  1. :))) Grande resoconto, Mirta! Grazie!

    Bellissima manifestazione ieri, che ha soddisfatto anche il mio ego (per una volta).

    Il deposito borse un fiore all'occhiello!

    ps. io Baldini l'ho visto allo stand Asics il sabato pomeriggio

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